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2006,
Numero 7

I socialisti ritornano liberi

“L’Avanti! inizia con la corrispondenza da Budapest di Luigi Fossati e con l’editoriale di Pietro Nenni del 28 ottobre a prendere le distanze non solo dall’invasione sovietica, ma dallo stesso PCI. Di Vittorio, segretario comunista della CGIL, dichiara sul quotidiano socialista che la rivolta non è reazionaria. Tra PSI e PCI non è ancora strappo, ma la presa d’atto che l’alleanza frontista è finita è del Corriere della sera: ‘ Nenni accusa i comunisti di settarismo’. La rottura definitiva al congresso di Venezia”.
di AA.VV

Nei diari che redigeva quasi quotidianamente fin dal ’43, Pietro Nenni annotava la sera del 24 ottobre 1956: “A Budapest si combatte. A Budapest si muore. E nei combattimenti e nel sangue si spegne un sistema. L’intervento sovietico è un atto di incoscienza e di provocazione. Ricorda l’intervento russo un secolo fa a Budapest in condizioni quasi analoghe. L’internazionalismo diviene colonialismo. E’ spaventoso. Tullio (Vecchietti, N.d.R.) ha scritto per l’“Avanti!” un articolo coraggioso. Ma siamo soltanto alle prime battute di una crisi di fondo”.
Poche righe private che già contenevano tutti i motivi sui quali si fonderà nei giorni, nelle settimane, nei mesi successivi la posizione del Partito Socialista sulla rivoluzione ungherese. Posizione di rottura inappellabile con i metodi sovietici rispetto a quella rigidamente staliniana del PCI di Togliatti (nonostante si sia già consumata la destalinizzazione kruscioviana del XX Congresso del PCUS).
Cominciava a Budapest, in quell’autunno del ’56, il processo di epifania dell’insopportabilità del sistema comunista sovietico (una crisi di fondo la chiama Nenni) che avrà il suo epilogo formale soltanto nel fatidico crollo del muro di Be...