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2007,
Numero 1/2

Blair. “Internazionalismo Liberale, una sfida europea”

“Intervento del Premier britannico alla conferenza di inizio d'anno di Policy Network, il think tank presieduto dal Commissario europeo, Peter Mandelson. L'inerzia - ha detto Tony Blair - può farci sentire più a nostro agio, ma i progressisti devono cercare di avere una visione chiara che non rinuncia, ma che affronta le sfide che si impongono alla politica e alle società nella complessa era globale. Non ho dubbi - ha sottolineato - che chi assumerà la guida del partito voglia che il New Labour rimanga New Labour”.
di “Britain and Europe” La conferenza di Policy Network

Ha avuto una grande eco sulla stampa internazionale il convegno organizzato da Policy Network a Londra. Il think tank presieduto da Peter Mandelson, recentemente affidato alla direzione di Patrick Diamond, che ha dedicato una giornata di studio alle sfide ed alle opportunità dell'Europa globaleBlair ha raccontato un modello sociale "diverso" da quello auspicato da tanta parte della sinistra: non meno, ma più liberale, non meno, ma più flessibile. Un sistema sociale europeo capace di dare forza e potere ai cittadini creando, attraverso l'istruzione, una rete di protezione sociale fondata sull'eguaglianza delle opportunità.
Blair ha raccontato un'idea di Europa in cui i progressisti fanno i progressisti, intercettano i nuovi bisogni ed aggiornano le ricette necessarie a perseguire i propri valori di giustizia. Le resistenze, le difese dello status quo – ha richiamato il leader neolaburista - non fanno della sinistra il fronte del progresso, ma quello della conservazione.
Questo vale tanto per il socialismo in salsa britannica quanto per le culture progressiste europee.“Nel Labour – ha infatti osservato Blair – si è insinuata la sindrome del tradimento rispetto ai valori autentici della sua storia politica. Un  tradimento verso formule, approcci e schemi mentali più autenticamente “di sinistra”. È quella sindrome che spinge alcuni laburisti a volere una politica che adotti strumenti e parole d’ordine più tradizionali, e di conseguenza a condannare quei leader che invece puntano a realizzare i valori di sempre, ma con strumenti e parole d’ordine nuovi. Questi leader vengono allora accusati di non capire quanto profondo sia nella società il bisogno di rivendicare antiche certezze e quanto sbagliato sia per la politica intraprendere strade nuove invece di marcare con tenacia il cammino tracciato dalla storia.”
“Ebbene – ha concluso il premier – queste sono balle”!