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2007,
Numero 1/2

La missione di Gordon Brown

“Le sfide dei prossimi dieci anni richiedono una nuova politica improntata su responsabilità personale e sociale - dichiara il Cancelliere inglese alla rivista Progress presieduta da Stephen Twigg e diretta ora da Jennifer Gerber. L'antiamericanismo in Europa non ha futuro. Credo che uno dei più grandi errori che si possa fare sia supporre che i valori di Stati Uniti ed Europa siano valori diversi, non condivisibili. Parlo di valori come libertà ed opportunità per tutti, tipicamente britannici portati dagli inglesi in America”.
di Gordon Brown – Intervista a cura di Jennifer Gerber e Mark Day

Ci dovrebbe essere un dibattito nazionale, o addirittura mondiale, sulla globalizzazione. Tutto sta cambiando tantissimo. E il mutamento è molto più profondo di quello avvenuto negli anni della Rivoluzione industriale. Oggi nel Regno Unito si possono acquistare beni che vengono da ogni parte del mondo. I cambiamenti che si porta dietro la globalizzazione comportano che, per esempio, Cina e India produrranno metà della crescita del mondo intero. L’Asia ha una produzione di beni oggi maggiore rispetto a quella europea. Metà dei tessuti, dei vestiti, delle televisioni e dei computer prodotti nel mondo vengono prodotti in Cina. Esistono luoghi in Cina in cui, in un solo paese, si produce il 40 per cento dei forni a microonde di tutto il mondo. L’ampiezza della ristrutturazione dell’economia mondiale è tale che in America si sta pensando che 30 milioni di posti di lavoro potranno essere spostati all’estero. In America, Europa e Giappone si perdono un milione di posti di lavoro nel settore manifatturiero all’anno.
Ora, questa non è solo una sfida. È un’enorme opportunità. Gli unici che possono dare risposte alle sfide della globalizzazione sono i partiti progressisti della sinistra, sia in Europa sia in altre parti del mondo. E sapete perché dico così? Perché l’unica maniera di far funzionare un’economia globale – che alla fine è un insieme di libero commercio, mercati aperti e flessibilità – è di investire nelle persone e nella loro educazione, di garantire risorse pubbliche a ricerca scientifica e tecnologica, e di attuare politiche che rendano corretto ed equo il processo di globalizzazione per le persone che lavorano seriamente in ogni parte del globo. Se lasciamo queste sfide nelle mani dei partiti di una certa destra, si assisterebbe o ad una liberalizzazione totalmente sregolata, nel qual caso non ci sarebbero gli adeguati investimenti in educazione e scienza e correttezza, oppure si ritornerebbe barcollanti verso un protezionismo che farebbe dire alla gente “sbarrate le porte