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2007,
Numero 1/2

I riformisti del Partito delle Libertà

“Per la prima volta due segretario generali confederali, Bonanni della CISL e Angeletti della UIL hanno preso parte ad un convegno di Forza Italia per discutere di proposte riformiste nel lavoro e nel welfare. L'iniziativa promossa a Milano dall'associazione “Giovane Italia” ha consentito di ristabilire una priorità di contenuti sugli schieramenti nel dibattito politico”.
di Simona Bonfante

L’orgoglio per un’esperienza di governo la cui cifra “riformista” non è stata proclamata ma realizzata con la riforma del mercato del lavoro, la riforma di Marco Biagi. Una riforma che ha creato più occupati e dato a giovani e donne le chiavi per le opportunità offerte dal mondo globale, dalla società della conoscenza, dall’economia immateriale e flessibile come dimostrano anche i recenti dati dei “Monitoraggio delle politiche occupazionali e del lavoro curato dal ministro Cesare Damiano.
Il documento, che fa giustizia della criminalizzazione della riforma di Marco Biagi, segnala con onestà i primi successi: “Il mercato del lavoro – è scritto nel rapporto del Ministero del Lavoro – è stato caratterizzato negli ultimi anni dal un’espansione dell’occupazione pur in presenza di una crescita economica scarsa o nulla”. E aggiunge che tali segnali di espansione “si sono intensificati nella seconda metà del 2005 e nel corso del 2006”. L’estensione della base occupazionale riguarda il lavoro “non standard” che, secondo gli analisti, è il primo segnale della ripresa economica, quando cioè gli imprenditori – di fronte ai primi segni positivi di crescita – ancora non sanno valutare la consistenza del fenomeno e assumono “con riserva”. Il punto essenziale, sotto questo profilo, è che la riforma Biagi consente questa flessibilità che permette agli imprenditori di non bloccarsi di fronte alle rigidità dell’offerta di lavoro, potendo così tentare di agganciare il ciclo positivo e, in un secondo tempo, se il trend si stabilizza, assumere a tempo indeterminato.
Il riconoscimento della bontà della legge di riforma del mercato del lavoro varata dal governo di centro-destra ha confortato sulla giustezza della strada imboccata i socialisti di Forza Italia in un seminario promosso dall’associazione Giovane Italia nel corso del quale per la prima volta leaders sindacali hanno varcato la “cortina di ferro” del centro destra per confrontarsi liberamente, non vincolati da pregiudizi di schieramento,  sui contenuti delle proposte di riforma.
Con la riforma del Welfare ispirata a Marco Biagi, ha sostenuto l’ex sottosegretario al Lavoro Murizio Sacconi, “una riforma che il centro-sinistra adesso non ha il coraggio di cambiare dopo averci costruito su un intero campionario di anatemi, e inoltre con la riforma Moratti, che ha disegnato il frame culturale per una scuola libera e plurale, in cui una formazione efficace sia un diritto realmente esigibile, non uno slogan di propaganda collettivistico-egualitaria che ingenera le più aberranti discriminazioni di classe che paesi civile annoveri, oggi tornare indietro significherebbe soffocare il paese sotto il peso dell’insostenibilità sociale, della diseguaglianza generazionale, di una corsa impossibile verso un futuro inseguito con la marcia indietro”.
I segretari generali di Cisl e Uil, Bonanni e Angeletti, che hanno partecipato ad un confronto nel merito delle proposte, hanno danno atto al governo Berlusconi di aver agito bene, di aver prodotto le riforme necessarie in quei settori – come  Scuola, Lavoro,  Pensioni – in cui “innovare” significa assumersi la responsabilità di rompere l’abitudine a culture politiche e sindacali vecchie.
I socialisti di Giovane Italia si sono posti l’obiettivo di avanzare proposte concrete volte a rafforzare la cultura riformista del futuro Partito delle Libertà.