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2007,
Numero 5/6

Lo storico che fece la storia. “Amo l’Italia, ma sto ancora aspettando e sperando”

“Rigenerare la politica italiana, purificare l’amministrazione di governo, mettere in moto le riforme economiche e sociali: questo il progetto di Schlesinger sostenuto dagli “uomini della nuova frontiera”. Ma il centro sinistra ebbe nemici a destra e a sinistra sia in Italia che al’estero. Il ricordo di Spencer Di Scala, storico della Massachusetts University di Boston, collaboratore e amico di Arthur Schlesinger ad un anno dalla sua scomparsa”.
di Spencer Di Scala

La scomparsa di Arthur M. Schlesinger ha fornito lo spunto per una serie di articoli dedicati alla sua figura di storico liberale. Ricordando il personaggio, è importante sottolineare come la sua influenza non si sia limitata agli Stati Uniti. Il suo intervento per un cambiamento della politica americana che favorisse l’evoluzione della democrazia italiana nel secondo dopoguerra merita di essere riscoperto e valorizzato, in un momento in cui si discute molto dei controversi metodi utilizzati dagli Stati Uniti per consolidare la democrazia nel mondo.
Schlesinger si interessò dell’Italia sin da giovane. Suo padre, Arthur Schlesinger senior, presidente del dipartimento di storia dell’Università di Harvard, nel 1929 invitò un professore anti-fascita italiano in esilio dello spessore di Gaetano Salvemini ad in insegnare ad Harvard per un anno. In quel momento molti americani ammiravano Benito Mussolini e l’invito causò una serie di proteste sia in Italia che negli Stati Uniti. Il presidente di Harvard A. Lawrence Lowell chiese a Schlesinger senior di ritirare l’invito, ma questi rifiutò ed anzi consigliò Salvemini su come rispondere alle accuse di aver ordito un complotto per assassin...