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2007,
Numero 5/6

Putin, strategia del riarmo isolata

“La opposizione russa all’istallazione dello scudo spaziale della NATO in Polonia e nella Repubblica Ceca, il niet del Cremlino al piano dell’ONU per l’indipendenza del Kosovo, la ciclica tendenza ad esercitare azioni intimidatorie di natura diplomatico-energetica verso gli stati confinanti. Tutti capitoli di un agenda che ha come scopo il ritorno sulla scena mondiale della Grande Russia come potenza politica in quanto forza militare. Al recente G8 in Germania questa linea si è rivelata debole e la Russia ha cercato su un palco internazionale di rettificare la sua immagine aggressiva. Grazie anche alla sintonia tra Blair e Sarkozy, una svolta positiva nelle relazioni tra Europa e Usa”.
di Fabio Lucchini

Siamo davvero alla vigilia di una nuova Guerra Fredda, come ipotizzano americani e inglesi, tra Russia e Stati Uniti? I segnali appaiono contraddittori. In particolare, il presidente russo Vladimir Putin sembra intenzionato a mescolare continuamente le carte, alternando levate di scudi ad inattese aperture. Emblematico al riguardo è l’atteggiamento tenuto dal Cremlino nei confronti della NATO e degli Stati Uniti nelle ultime settimane. Con riferimento alla decisione americana di costruire uno scudo anti-missilistico in Europa Orientale ed alle divergenze emerse rispetto alla ratifica del Trattato sulle Armi Convenzionali in Europa, Putin ha accusato Washington di aver “iniziato una nuova corsa agli armamenti”. In seguito, Putin ha definito il lancio del 29 maggio scorso di un missile balistico intercontinentale russo come “una risposta ai passi americani che hanno sconvolto l’equilibrio strategico”, salvo poi spiazzare tutti la settimana successiva, nel corso del G8 tenutosi ad Heiligendamm in Germania, proponendo alla Casa Bianca di collaborare alla costruzione di un sistema difensivo in Azerbaigian, Turchia ed Iraq, in funzione anti-iraniana. Nel dettaglio, Putin propone di coll...