2007, Numero 5/6
Il liberalsocialismo di Craxi
"Nel Pantheon del futuro Partito Democratico, accanto a figure che niente hanno a che fare con la democrazia liberale e socialista come Enrico Berlinguer, sembra entrerà a far parte anche Bettino Craxi. Forse è il caso di tornare ad interrogarsi su chi effettivamente fosse il leader socialista e quale la sua vera tradizione di cultura politica, prima di compiere scelte avventate e ingeneranti confusione. Il suo indirizzo liberalsocialista venne infatti osteggiato in Italia e per un certo periodo anche nel PSE. Solo i laburisti inglesi si sono mossi nella sua stessa prospettiva”.
di Francesco Forte
Sembra di capire che nel pantheon del nuovo partito democratico è stato messo, accanto a figure che poco hanno a che fare con la democrazia liberale o socialista democratica, come Enrico Berlinguer, anche la figura di Bettino Craxi. Queste pagine sono indirizzate, innanzi tutto, a chi, in quel partito, si interroghi su Craxi. In una analisi storica non faziosa, si dovrà ricordare Bettino Craxi come leader di quei socialisti riformisti che, per tempo, compresero come fosse necessario attuare una svolta dalla concezione socialdemocratica al socialismo liberale. Questo indirizzo fu avversato , all’epoca di Craxi , dalla intellighenzia della sinistra c.d. azionista che guardava al PCI come faro ideologico. Fu misconosciuto dai leader e dai quadri del PCI e dall’ ex PCI , per la loro orgogliosa concezione di sé medesimi , come espressione del meglio della società e della storia .L’indirizzo socialista liberale, una ricetta dirompente, che , nella sua piena realizzazione sfocia nel liberalesimo sociale, fu ostacolato dagli interessi costituiti , fu accolto con freddezza e sospetto da una larga parte del sindacato, fu respinto dalle oligarchie industriali e bancarie . A Craxi, alla fine, ...
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