2007, Numero 5/6
“Questione settentrionale”. Non è una novità di oggi
II problema dello sviluppo economico italiano è unitario e globale. Per uscire dal “tunnel della crisi” dobbiamo abbandonare ogni logica ridistributiva e assistenzialistica, avversa agli interessi del paese e anche del Mezzogiorno. Un articolo dell’economista scomparso del 1988 sul Critica Sociale, purtroppo ancora di grande attualità”.
di Mario Talamona
Se dal crinale di questi primi anni Ottanta, caratterizzati soprattutto da un’opportunità di ripresa economica internazionale e, più ancora, dalla sfida di un’autentica rivoluzione scientifica e tecnologica (un processo storicamente in atto, in piena evoluzione, che consente di parlare di “quarta rivoluzione industriale” o post-industriale), volgiamo indietro lo sguardo a quasi due decenni di ristagno e, al tempo stesso, di profonda trasformazione dell’economia e della società italiana, ci poniamo forse nelle migliori condizioni per valutare gli obbiettivi a medio e lungo termine che ci dobbiamo proporre, per definire gli strumenti indispensabili e per misurare, con i suoi costi, la strada che dovremmo percorrere. Una premessa indispensabile riguarda i “valori” – etici, culturali, sociali, politici, psicologici – che possono stare alla base di alternativi programmi di politica economica e sociale di lungo periodo, al fondamento di vere e proprie “filosofie” alternative che possono ispirare Fazione politica e culturale. Lo stesso lavoro degli economisti e più in generale il metodo delle scienze sociali (più o meno progredite, s’intende) non può ne deve prescindere, pur aspirando all...
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