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2007,
Numero 8

L’economia reale non può sopravvivere con questo fisco

““La forte pressione fiscale crea una situazione sommersa di evasione che viene tollerata, ogni tanto contenuta, mai affrontata alla radice. Intanto larga parte dei lavoratori dipendenti pagano le tasse prima ancora di percepire lo stipendio. Questo regime fiscale produce ingiustizia sociale”.
di Giuliano Cazzola

Una cosa è certa: il fisco è come uno specchio che restituisce una rappresentazione deformata e finta della società italiana. Basta guardarsi attorno per rendersi conto che da noi non vi sono dieci milioni di poveri (con redditi annui intorno ai 6mila euro) e neppure soltanto 56mila ricchi (con redditi superiori a 200mila euro), come si potrebbe dedurre a stare ai dati riguardanti le dichiarazioni 2004 dell’Irpef.
Il Paese che emerge dalla cartelle esattoriali non è quello vero. Se tanti fossero il percettori di redditi appena in grado di assicurare una stentata sopravvivenza non vi sarebbero le autostrade intasate ad ogni week end (con l’ di un numero di morti e feriti non inferiore a quello di una battaglia combattuta ai confini del Libano), non sarebbero stati investiti in proprietà immobiliari, solo negli ultimi anni, circa 400 miliardi di euro, non saremmo tra coloro che nel mondo possiedono il più alto numero pro capite di cellulari ad alto profilo tecnologico o che spendono cifre impressionanti in prodotti di bellezza e nell’immatricolazione di superbi fuoristrada. Sull’altro versante, un così basso numero di benestanti (è eccessivo parlarne a quei livelli di reddito, tenen...