2007, Numero 9/10/11
2.Turati ricorda Cesare Battisti
“Discorso alla Camera dei Deputati (1916)” Una lunga consuetudine di vita e di ideali comuni, spezzati soltanto dal tragico episodio della guerra, può e deve riverberare in ciascuno di noi, per rispetto oltre che di altrui anche di noi stessi, una più umana equanimità dell'apprezzamento del pensiero che dissente dal nostro, soprattutto in una così commossa e perturbante ora di tragedia civile.
di Filippo Turati
Prende la parola l’on. Turati. Egli dice: “È lecito a coloro che la guerra non vollero e tentarono invano di deprecarla, e che anche oggi la vorrebbero – anziché estesa a una cerchia sempre più vasta di popoli e di pretese e per ciò sempre meno facile da superarsi o frangersi – la vorrebbero, dico, ridotta in confini di popoli e di pretese sempre più anguste, perché l’appello alla ragione e all’umanità potesse infine venir inteso e occorrendo imposto ai riluttanti pervicaci e le ire si placassero e la contesa si risolvesse via via con i mezzi della discussione e della civiltà ben altrimenti fecondi di effetti durevoli e sicuri che le rappresaglie è lecito, chiedo, a costoro, è lecito a noi socialisti, associarci senza infingimenti codardi, senza opportunismo vilissimo, alla commemorazione e alla esaltazione del martire? Salvatore Barzilai, sia pure in tono velato, te ne fece rimprovero testè, quasi ad invito di qualche altro, che in altro seggio e in circostanza solenne, ci contestò questo diritto con parola insolitamente aspra e mendace, con parola di fanatizzato, più che di critico, e non certo corrispondente ai proclamati intendimenti di nazionale concordia. Una lunga consuetudi...
| |