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2007,
Numero 9/10/11

3. “Per Cesare Battisti” (20 luglio 1916)

La commemorazione al Consiglio Comunale di Milano
Ma noi non trarremo, neppure dal suo cadavere, ispirazioni di odio fra le genti. Egli, in verità, fu anzitutto il campione della giustizia e della libertà: due termini che si richiamano a vicenda.
L'uno non è senza l'altro. L'odio dei popoli non giova né all'uno né all'altro; giova bensì a rinsaldare tutte le tirannidi. Contro queste - solo contro queste - è santo l'odio dei lavoratori. (Approvazioni).
Nel pensiero di Cesare Battisti non potè essere - non fu - animosità di stirpe, lotta di proletariati.
di Filippo Turati

(Dai Resoconti)

Di gran cuore la maggioranza si associa alle nobili parole del Sindaco.
Noi abbiamo un doppio motivo per onorare, come socialisti, il nome e la memoria del compagno martire.
Egli fu socialista, non dell’ultim’ora. Socialista di principii e d’azione, dalla prima giovinezza. Nel battagliero “Popolo” di Trento, colla parola, coll’esempio, coll’immolazione quotidiana di sé, in condizioni rese tanto più aspre dall’incombere simultaneo della doppia tirannide, economica e politica, dalla congiura immanente di un doppio feudalismo tradizionale, aggravato a mille doppi per giunta dalla dominazione di una gente e di un Governo stranieri, egli conobbe e visse tutte assieme le formidabili difficoltà di quella lotta. Non fu di coloro che, seguendo certi troppo comodi schemi teoretici, pongono la questione sociale dopo quella politica, dopo quella dell’indipendenza. Sentì che esse, oggi, nella sua terra, si presentano sincrone; che conveniva combattere su tutte le fronti, affrontare assieme tutte le oppressioni, che a vicenda si danno di mano. Volle data ai fratelli una nazione, per potervi meglio espugnare il dualismo economico che divide ogni popolo in due nazioni, delle quali...