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2007,
Numero 9/10/11

4. “Socialismo e Comunismo”

Discorso di Filippo Turati al Congresso di Livorno (10 gennaio 1921). PRESIDENTE (Argentina Altobelli): Ed ora la parola è a Filippo Turati per la sua annunziata dichiarazione. (Mentre l'on. Turati muove verso la tribuna degli oratori, tre quinti dei congressisti scattano in piedi prorompendo in un vivissimo applauso.Qualche voce isolata grida: Viva la Russia!; ma più numerose sono le grida di: Viva il Socialismo!. Turati appare alla tribuna e gli applausi non cessano ancora. Ristabilito alfine il silenzio, egli può incominciare il suo discorso).
Compagni! Non toccherò che due note in questo breve discorso: la nota dottrina e la nota pratica. Sul terreno dottrinale io rivendico sommariamente il mio ed il nostro diritto di cittadinanza nel Socialismo, che è il nostro Comunismo, che non è il socialismo comunista o il comunismo socialista, perché in queste denominazioni, artificiose e ibride, effettivamente l'aggettivo scredita il sostantivo ed il sostantivo rinnega l'aggettivo(...)Ciò che ci distingue non è la generale ideologia socialista - la questione del fine e neppure dei grandi mezzi (lotta di classe, conquista del potere, etc.) -; ma è la valutazione della maturità della situazione e lo apprezzamento del valore di alcuni mezzi episodici. Primi fra questi la violenza che per noi non è e non può essere programma, che alcuni accettano pienamente e vogliono organizzare (comunisti), altri accettano soltanto a metà (unitari comunisti o viceversa). Altro segno di distinzione è la dittatura del proletariato, che per noi, o è dittatura di minoranza, ed è dispotismo che genererà naturalmente la vittoriosa controrivoluzione, od è di maggioranza, ed è un non senso, è una contraddizione in termini, poiché la maggioranza è la sovranità legittima, non può essere la dittatura.
Terzo punto di dissenso è la coercizione del pensiero, la persecuzione, nell'interno del Partito, dell'eresia, che fu l'origine ed è la vita stessa del Partito, la grande sua forza salvatrice e rinnovatrice, la garanzia che esso possa lottare contro le forze materiali e morali che gli si parano di contro.



di Filippo Turati

In nessun modo potremmo meglio fissare il nostro pensiero di fronte alle altre frazioni, le quali combatterono fra loro nel Congresso, che pubblicando il discorso pronunziatosi dal nostro Direttore, discorso magnifico per la nobiltà e per la dirittura dello spirito socialista, per la sincerità che l’animava, discorso cui diedero speciale rilievo il deferente silenzio con cui fu ascoltato e il caloroso applauso che ne salutò la chiusa.
Quanta distanza tra Bologna e Livorno!
PRESIDENTE (Argentina Altobelli): Ed ora la parola è a Filippo Turati per la sua annunziata dichiarazione. (Mentre l’on. Turati muove verso la tribuna degli oratori, tre quinti dei congressisti scattano in piedi prorompendo in un vivissimo applauso.
Qualche voce isolata grida: Viva la Russia!; ma più numerose sono le grida di: Viva il Socialismo!. Turati appare alla tribuna e gli applausi non cessano ancora. Ristabilito alfine il silenzio, egli può incominciare il suo discorso).

TESTAMENTO E FATTO PERSONALE
TURATI: Compagni amici e compagni avversari (non voglio, non debbo dire nemici). A Bologna un anno fa, in un discorso che fu molto contrastato, che forse ebbe tuttavia qualche conferma dalle vicende dei fatti...