2007, Numero 12
La Biennale delle Libertà. Pci, Psi, e il dissenso in URSS
“La Fondazione Craxi celebra “Venezia '77” e rilancia l'impegno a difesa dei Diritti Umani nel mondo”.
di Ugo Finetti
L’attuale Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, così, con il suo stile sobrio, nel 1974 commentava a nome del Pci, in quanto responsabile culturale, l’espulsione di Alexander Solgenitzin dall’Urss: “Non bisogna dimenticare a quale grado di rottura fosse giunto lo scrittore”. Il “grado di rottura” consisteva nella decisione del Premio Nobel 1970 di far pubblicare in Francia la stesura clandestina di “Arcipelago Gulag” scoperta dalla polizia sovietica. C’erano voluti cinque giorni di interrogatori per estorcere alla segretaria di Solgenitzin, Elisabetta Voronskaia, la rivelazione dell’esistenza dell’opera e l’indicazione del luogo dove era nascosta. Dopo la “confessione”, sconvolta, la Voronskaia si suicidò. Solgenitzin fu arrestato e quindi cacciato come “diffamatore della patria”, “marionetta al servizio del fascismo e della reazione”, “sabotatore della coesistenza”. Il “caso Solgenitsin” a metà degli anni ’70 accese i riflettori sull’”altra Russia” e più in generale sulle varie forme di espressione culturale - critiche e perseguitate - nei paesi comunisti. La proposta di dedicare al “Dissenso” la Biennale del 1977, dopo le precedenti edizioni sull’opposizione artistica ...
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