La figura di Gaetano Salvemini è stata prima come sequestrata inserendola in un indistinto schieramento antifascista e poi messa in ombra come tutto il fuoruscitismo negli Stati Uniti e quindi tramandata in modo distorto o comunque incompleto. Dell’intellettuale che è stato storico e uomo politico si è conosciuta prevalentemente l’immagine di un antifascista in polemica soprattutto con cattolici, liberali e socialisti ovvero l’anticlericale che ha bollato Giovanni Giolitti come “ministro della malavita” ed esaltato il rapporto di continuità tra, appunto, l’Italia liberale ed il regime fascista. L’attenzione a Salvemini quale protagonista di campagne internazionali contro Mussolini ed il suo coerente impegno nel contestare sia il fascismo sia il comunismo e quindi la successiva revisione dello stesso giudizio su Giolitti e l’Italia prefascista come la sua attenzione al mondo cattolico sono capitoli poco conosciuti. In sostanza lo si è fatto “morire” negli anni Venti.
Nel cinquantenario della sua scomparsa grazie a Gaetano Quagliariello vede invece finalmente la luce una biografia intellettuale che ricostruisce i vari aspetti della personalità e dell’attività culturale e politica rip...