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2008,
Numero 7

Karadzic e l’Europa. Gigante geografico, nano politico

Editoriale - La cattura del macellaio serbo non è sufficiente per l’ingresso della Serbia nella UE
di David Bidussa

La cattura di Radovan Karadzic il leader serbo bosniaco cui si deve la responsabilità politica delle stragi di civile musulmani in Bosnia Erzegovina tra il 1994 e il 1995 e soprattutto quella di Srebrenica (9–11 luglio 1995, in cui furono trucidati 8000 musulmani maschi accertati e, le donne vennero violentate), ha riacceso i riflettori sulla questione della difficile e tormentata transizione della Serbia verso una democrazia politica compiuta. La questione non è marginale perché da tempo nel processo di avvicinamento tra Unione Europea e Serbia la questione dell’arresto di Karadzic ha sempre rappresentato uno dei punti qualificanti perché fossero superate molte diffidenze sulla reale intenzione della Serbia di voltare pagina rispetto al suo passato inquietante degli anni ’90.
E’ perciò plausibile che per il modo con cui è stato eseguito l’arresto e soprattutto da chi è stato eseguito, ovvero dalle forze di sicurezza serbe, questa mossa si configuri come una vera moneta di scambio per riaprire quel processo interrotto nel febbraio scorso, quando la dichiarazione unilaterale del Kosovo di rendersi indipendente, di fatto riconosciuta dagli stati membri più autorevoli dell’UE aveva...