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2008,
Numero 8/9

L’attualità di Turati? La sua capacità di rivolgersi a culture diverse

Interventi - Il riformismo non è integralista
di Ugo Finetti

Dopo le relazioni che sono state svolte questa mattina da Carlo Tognoli e dagli storici - da Sandro Fontana, Aldo Ricci e da Maurizio Punzo - mi limiterò soltanto a fare qualche breve cenno sull’attualità di questo discorso di Filippo Turati che pur ha una drammatica “datazione”. Egli parla “a titolo personale”. Ha, cioè, alle spalle da un lato l’adesione al Komintern fatta votare dai massimalisti per acclamazione al XVI Congresso del Psi di Bologna e dall’altro il successo registrato nelle elezioni di novembre dove come capolista a Milano trionfò con 198 mila voti: da un lato la dirigenza massimalista-confusionaria-filosovietica e dall’altro una realtà nazionale che offriva una grande opportunità ad una politica di convergenza riformista.
Si rimprovera a Turati di non parlare, nel corso di questo intervento del giugno 1920, del pericolo fascista. In verità il fascismo crebbe successivamente e diventa un “pericolo” proprio perché mancò, all’epoca, nel ’20-’21 l’adesione alla piattaforma riformista prospettata da Turati (e non solo da lui), la convergenza tra liberali, cattolici popolari e socialisti di fronte al prevalere di un’ostilità in un campo conservatrice e nell’altro setta...