2008, Numero 8/9
Il decisionismo di questo governo non è “fascismo”, ma democrazia
Interventi - Il ricorso ai Decreti legge colma una lacuna del sistema istituzionale
di Paolo Pillitteri
Questa riflessione sull’insegnamento di Turati e di quello che ha rappresentato è molto importante perché si tende a rimuovere il riformismo, si tende a cancellarlo, così come è stato per molti anni. Ricordo che quando Tognoli era sindaco si celebrava il ricordo di Turati e della Kuliscioff al Cimitero Maggiore. Non eravamo in tanti, parlo della fine anni ’70 primi anni ’80. Mi ricordo che una volta arrivò (era già anziano) accompagnato da un amico e da una signora anziana anche lei, arrivò Antonio Greppi che era stato il primo sindaco socialista dopo la guerra. Io gli andai incontro perché siccome faceva molto freddo e c’era la neve non riusciva a identificare la lapide. Allora gli andai incontro e lo accompagnai. Durante questo tragitto di cinquanta metri gli chiesi: scusa sindaco ma Turati? Parlarmene… Già parlare allora di Turati figurati! C’era molto massimalismo, poi c’era stato il fascismo che li aveva cancellati ma anche nel dopoguerra non fu facile. Ma perché? Perché era diventata una parola brutta la parola riformista, non bisognava pronunciarla. Era una battuta probabilmente però era una battuta molto indicativa di un clima e di una situazione generale politica. Riuscì...
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