2008, Numero 8/9
Il riformismo non ha ancora vinto nelle coscienze
Interventi - Minoritario lo spirito civico della “responsabilità”
di Carlo Sorrentino
Filippo Turati e il socialismo riformista a cavallo fra Ottocento e Novecento sembrano molto distanti, più di quanto non dica un secolo che è stato tutt’altro che breve, quanto piuttosto lunghissimo nella sua profonda capacità di ridefinizione dei rapporti sociali fra i generi, delle forme di produzione e delle logiche regolatrici dei diritti di cittadinanza. Eppure l’ostinata determinazione nel perseguimento di una politica modernizzatrice, che sapesse incidere profondamente nel corpo sociale di un’Italia ancora molto giovane, è ancora una lezione attualissima, anche, purtroppo, per la perdurante assenza di una concezione davvero moderna del Paese. Ed eccoci ad un altro punto della tormentata vicenda personale e politica di Turati: la difficoltà a far diventare maggioritarie le proprie ragioni; una costante per il riformismo italiano, tanto radicata da rendere quasi stucchevole ribadirlo. Ma è quello che succede ancora in questi giorni: il riformismo scavalcato da un massimalismo di facciata, che ben si è accompagnato – sempre – con il più bieco e gretto conservatorismo. Per questo motivo, forse, più che sottolineare la debolezza del riformismo, che rischia di essere equivocato c...
| |