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2008,
Numero 11

Il Sessantotto dell’Est

Dall’introduzione al libro “La Primavera di Praga”
di Enzo Bettiza

Il 1968 lo vissi in profonditŕ fra Parigi, Berlino e Praga. Avevo giŕ alle spalle una dozzina d’anni di attivitŕ giornalistica, quattro dei quali passati come corrispondente della “Stampa” da Mosca, nell’ultima ruggente fase krusceviana. Al ritorno dalla Russia avevo svolto per il “Corriere della Sera”, diretto da Alfio Russo, ampie inchieste nelle due Germanie e nei Paesi dell’Est europeo. Con l’arrivo in via Solferino di Giovanni Spadolini il mio spazio operativo si allargň all’Europa occidentale, all’Asia, alle Americhe. Divenni il braccio destro del nuovo direttore nelle analisi delle questioni internazionali e negli editoriali di carattere ideologico: fu quello il periodo che coincise con la mia piena maturitŕ e con gli eventi di un anno anomalo destinato a lasciare il segno anche sull’Italia.
La prima inchiesta che concordai con Spadolini ebbe come destinazione Parigi e per oggetto le primizie culturali parigine. Mi colpě l’aria di quella Francia al crepuscolo del gollismo. Era trascorso un decennio dalla salita del Generale all’Eliseo e la prima fase presidenziale della Repubblica, la fase propriamente gollista, appariva immobile, torpida, quasi esaurita; l’impressione era d...