2008, Numero 11
Tra autonomia e internazionalismo
Praga - Il dibattito nel PCI sull’invasione di Praga (1968-1978)
di Ugo Finetti
Ugo Finetti
Il Pci fu l’unico partito “fratello” nell’Occidente capitalista ad essere direttamente preavvertito da Mosca della decisione di occupare la Cecoslovacchia. Ancora prima che oltre cinquemila carri armati penetrassero in territorio cecoslovacco per l’”Operazione Danubio” l’ambasciatore a Roma, Nikita Rijov, alle sette del pomeriggio del 20 agosto convocava nella sala grande della sede sovietica di via Gaeta il dirigente più autorevole del Pci rimasto “di turno”alle Botteghe Oscure - Armando Cossutta, coordinatore dell’Ufficio di Segreteria - per informarlo davanti ad una caraffa di tè ghiacciato, cioccolate e pasticcini che “su richiesta del governo della repubblica ceca e del partito comunista ceco le truppe del Patto di Varsavia stanno marciando verso Praga”. E’ sintomatico – o involontariamente grottesco - che il Cremlino abbia informato il vertice del Pci per via burocratico-diplomatica rivolgendosi a Roma mentre il suo segretario generale, Luigi Longo, era in quelle ore in vacanza, ospite del Pcus, vicino a Mosca. Cossutta rientrato alle Botteghe Oscure convocò d’urgenza i pochi dirigenti comunisti rimasti a Roma a cominciare da Nilde Jotti, Ferdinando Di Giulio e L...
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