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2011,
Numero 1/2

“Un popolo entusiasta mai sazio di udirlo...”

La commozione di Filippo Turati durante le onoranze per Garibaldi della cittŕ di Parigi in una lettera alla Farfalla
di Filippo Turati

Parigi, domenica 11 giugno.

Carissimo, se avessi tempo e non dovessi fra un’ora partire per l’Inghilterra ti scriverei la descrizione per la Farfalla della festa funebre franco-italiana da cui torno in questo istante. Una cosa grande — ti dico — una cosa smisurata, quale solo Parigi puň dare, e che produsse in me la piů grandiosa emozione ch’io abbia provato in mia vita.
Quante migliaia erano? Non te lo so dire. Era tutta Parigi democratica, era tutta la Francia repubblicana. Ed io lŕ solo, smarrito fra quel monte di teste e di braccia francesi, agitantisi in una tempesta d’entusiasmo nel nome di Garibaldi, nel nome d’Italia!
T’immagini?
Dalla triste mattina che il Figaro m’apprese la morte dell’eroe smisurato, uno strano isterismo di malinconia m’avea preso l’anima, un sentirmi a disagio in paese straniero, in ambiente ostile, un parermi che gli amici lontani dovessero aver bisogno di me nella sventura che colpiva la patria, come io sentivo di aver bisogno di loro per espandere quel dolore improvviso e che lungi d’Italia mi riesciva a mille doppi intollerabile. Ho avuto un impeto fanciullesco di torme fra voi: ma lo stesso intontimento in cui ero caduto mi trattenne - inerzia a P...