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2011,
Numero 1/2

Dalla Nazione al “nazionalismo”. Così il fascismo ha stravolto il Risorgimento

Ma anche dal Pci la liquidazione dello spirito liberale dell’Unità
di Salvatore Sechi

Anche la rappresentazione dell’Unità d’Italia di riecheggia una sindrome antica, mai debellata, quella dei vinti, cioè della Chiesa (e direi dei cattolici non liberali) e dei contadini meridionali. Sull’onda ancora emotivamente sollecitata di questo stato d’animo si arriva a ridurre l’unificazione nazionale alla politica annessionistica della corte dei Savoia (definiti “franco-piemontesi e massoni” con uno stile da suddito-pago-di-sé dello Stato pontificio), e i costi della creazione e del consolidamento dello stato unitario a pura “conquista regia”.
Sintetizzando un meno perentorio Banti, da parte di Banfi si è parlato di una sorta di pulizia etnica, in cui Vittorio Emanuele II, Cavour e Mazzini “confiscarono con la violenza, uccisero, giustiziarono, imposero le loro leggi con la forza delle armi”. Come in una camicia di forza, in questa sintesi è segregato il grande afflato europeo, il disegno europeistico, lo spirito universalistico di difesa dell’indipendenza nazionale e dei diritti dei cittadini che fu proprio del nostro liberalismo. Il silenzio su Cavour è, a questo proposito, assai sintomatico al pari della concentrazione del fuoco ritorsivo su Mazzini, che è una figura div...