2011, Numero 3/4
Il terror bianco nel Polesine
1921 ■ Giacomo Matteotti e la Critica Sociale
di Giacomo Matteotti
Riprendere la storia documentata delle violenze agrario-fasciste nella Provincia di Rovigo, al punto in cui si fermarono gli accenni del 10 marzo alla Camera (V. in Critica Sociale dell’1 e 15 aprile, n. 7, pag. 107 e segg.), non è cosa semplice. Poiché quello che fin allora sembrava ancora episodio staccato e singolare, per quanto ripetuto, doveva poi diventare la cronaca di ogni giorno e di ogni piccolo Comune, moltiplicandosi all’infinito nelle forme più fantastiche che il crudele medioevo, il più inumano regime coloniale abbiano potuto inventare. Nello stesso giorno in cui il deputato socialista si avviava tranquillamente con un cavallino a un convegno in Castelguglielmo, e trovava invece allineati sulla piazza duecento armati che sparavano come pazzi e lo catturavano perché non consentiva a rinnegare né cose dette né pensieri; a Adria andavano invece a sfondare, alle tre di notte, la porta dell’abitazione del cav. Canilli, colpevole di avere adempiuti con zelo i suoi doveri di Segretario comunale anche con la nuova Amministrazione socialista. A forza, e mentre le rivoltelle incutevano il dovuto terrore alla moglie in istato delicato e alle piccole figlie, era caricato egli pur...
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