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2011,
Numero 3/4

Crisi e pericoli da economia fittizia

1922Come si salda la bilancia commerciale
di Giacomo Matteotti

Vi sono degli avvocati che, quando hanno eccezionalmente da difendere una causa giusta, rovinano anche quella, per la abitudine di appoggiare la difesa a sofismi o ad esagerazioni.
Così certi difensori del liberismo economico, per non volersi arrestare alle ragioni fondamentali e immanenti del liberismo, le quali coincidono, si può dire, con quelle del nostro internazionalismo, adducono argomenti privi di serietà e contradditori alla tesi.
L’economista del Corriere della sera, per esempio, ha svolto come argomento principe del liberismo questo: che siccome in ogni modo la bilancia commerciale con l’estero, cioè la differenza tra il valore delle merci importate e quello delle merci esportate, deve essere saldata, non vi è nulla da temere per l’accentuarsi di una libera importazione; poichè questa dovrà essere inevitabilmente pagata con altrettanta esportazione, e quindi con lo sviluppo di altre produzioni nazionali.
Il ragionamento potrebbe sostenersi, se la bilancia si saldasse esclusivamente con merci prodotte, e se lo sviluppo e la progressione dei commerci fossero una necessità indefettibile. In realtà, invece, il saldo può anche avvenire mediante una diminuzione, un immiseri...