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2011,
Numero 8

Per la scuola popolare

1893 fascicolo 14 pagina 220
di Mercurio

Se Giusti fosse restato in vita, avrebbe visto, sì, lo stivale ricucito, ma che stivale! A’ tempi delle Arti, un saggio simile sarebbe bastato per la bocciatura.
Fra le istituzioni più lagrimevoli impiantate dalla borghesia italiana è quella della scuola elementare. Altro che stivale, Beppe Giusti mio! oh che ciabatta!.
Tutti gl’ideologi borghesi lamentano che la scuola elementare non istruisce nè educa, e non vedono il perché del male che notano, e l’inanità del loro lamento. Quali le cause necessarie del fenomeno? Sono forse tali, che la volontà di un uomo possa per suo decreto toglierle via?
Nell’ultima discussione sul bilancio del Ministero dell’istruzione pubblica, il Bovio, pontefice massimo dell’ideologismo radicale, s’ebbe dal Martini una franca risposta: - «Crede (il Martini) impossibile che la scuola risolva il problema educativo posto dall’on. Rovio; perché la scuola non può essere diversa dall’ambiente nel quale vive». (1) E un altro ministro, il Villari, ebbe già a dire in Parlamento a un altro ideologo, il quale domandava che si facesse osservare a puntino la legge che dichiara obbligatoria l’istruzione elementare: - Ma che volete che importi della scuola alla povera...