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2011,
Numero 8

Capitalismo e lavoro intellettuale

1894 fascicolo 8 pagina 120
di Emilio Vandervelde

In regime capitalista, per far dell’arte o della scienza senza risicare di finire all’ospedale, é d’uopo soddisfare all’una di queste due condizioni: o avere delle rendite, oppure far dei lavori che siano utili o piacevoli a chi ne ha. L’accentramento dei capitali materiali ha per corollario l’accentramento dei capitali intellettuali. La nostra civiltà é una civiltà di minoranza. E d’uopo che dei milioni di proletari mantengano alcune migliaia di ricchi perché questi producano qualche centinaio di lavoratori del cervello. Salve eccezioni, si può dire che in una società capitalista, scevra affatto di collettivismo, le produzioni cerebrali, vietate alla moltitudine che non ha riposo, sono l’appannaggio esclusivo dei borghesi, o di coloro che si adattano a diventarne i mantenuti.
I risultati di un tale monopolio sono altrettanto facili a prevedere che a constatare. Poca indipendenza pei lavoratori intellettuali; poca probabilità. che individualità superiori possano prodursi, dacché la selezione si opera in una cerchia ristretta; poca probabilità di sopravvivere pei pensatori la cui originalità urta il misoneismo di quei che Ibsen chiama «la maggioranza compatta e liberale». In compens...