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2011,
Numero 8

Sul modo di intendere il socialismo anarchico

1897 fascicolo 9 pagina 138
di Saverio Merlino

Credo utile riassumere per i lettori della Critica una polemica da me avuta con Enrico Malatesta, come quella che può spargere un po’ più di luce anche su’ dissensi fra socialisti ed anarchici.
Comincio da una cosa, nella quale Malatesta ed io ci troviamo perfettamente d’accordo - la reiezione dell’individualismo anarchico.
In proposito lascio la parola al Malatesta:
«V’erano (nel passato) molti anarchici, e ve n’è ancora un poco, che, scambiando la forma con la sostanza e badando più alle parole che alle cose, si erano formato una specie di rituale del vero anarchico, che inceppava la loro azione e li trascinava a sostenere cose assurde e grottesche.
«Così essi, partendo dal principio che la maggioranza non ha il dritto d’imporre la sua volontà alla minoranza, ne conchiudevano che non si dovesse mai fare se non ciò che fosse approvato all’unanimità. Confondendo il voto politico, che serve a nominarsi dei padroni, con il voto quando è mezzo per esprimere in modo spiccio la propria opinione, ritenevano anti-anarchica ogni specie di votazione, Così, si convocava un Comizio per protestare contro una violenza governativa o padronale, o per mostrare la simpatia popolare per un dato ...