2012, Numero 1/2
Il danno del Maggioritario. “Falso e bugiardo”, come lo definiva Craxi
Senza l’iniziativa del Presidente Napolitano saremmo allo sfacelo
di Paolo Pillitteri
Quando Carlo Tognoli parla di riformismo, mi vengono alla mente diversi incontri che ho avuto molti anni fa con Giuseppe Saragat: stavo seguendo un libro su Anna Kuliscioff e mi interessava sapere cosa ne pensasse. In uno di questi incontri (ero suo ospite a tavola) si cominciň a parlare della socialdemocrazia, del socialismo, dei socialdemocratici e pertanto gli chiesi: Ma come dovremmo chiamarti? Socialista, socialdemocratico, riformista? E lui: “Riformista? Sě. Ma socialdemocratico io preferirei pronunciarlo staccato: socialista democratico, meglio austro-marxista”. Per dire come le terminologie hanno questa specie di desemantizzazione, perdono certe volte significato soprattutto quando se ne abusa. Ho proposto, e lo confermo, una moratoria (almeno per un anno/un anno e mezzo) rispetto ad alcune parole, per esempio potremmo non pronunciare piů la parola “casta”. Pensiamo a quante volte viene pronunciata in un giorno la parola “casta”, ritenendo che dicendo quella parola ci si liberi da qualsiasi male e soprattutto si vadano a risolvere dei problemi che sono molto, ma molto, piů gravi di quanto comporti il termine spregiativo che da quattro-cinque anni viene utilizzato. E se ci f...
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