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2012,
Numero 7

Il diario di Craxi su Antonio Di Pietro

Riservato ■ Un delinquente ricattato, usato da un Potere più grande di lui
di Bettino Craxi

La prima richiesta di arresto di cui parlo prese corpo infatti il giorno stesso in cui venne reso noto il testo della lettera che avevo indirizzato ai miei difensori.
Con essa rendevo pubblici alcuni episodi che si riferivano a vari comportamenti e relazioni connesse, che ruotavano intorno all'ex procuratore della Repubblica signor Di Pietro, quando egli era ancora membro dell'ordine giudiziario, anche se non comprendevano direttamente, e non potevano comprendere, il capitolo che viene aperto oggi e che riguarda le relazioni dell'ex magistrato con il banchiere italo-svizzero Pacini Battaglia.
Si trattava di episodi specifici e non privi di un qualche significato, sia per la loro disinvoltura ed ambiguità, sia, probabilmente, per la loro illegalità.
Risalivano ad alcuni anni addietro, e cioè agli inizi della grande inchiesta destinata ad avere poi una risonanza mondiale. Essa godeva di un sostegno incondizionato di Istituzioni estere che, interessate a creare in Italia condizioni che meglio facessero loro comodo, si avvalevano a loro volta dello sforzo irresponsabile di magistrati italiani che, colti da un delirio di vanità e di potenza, giravano il mondo in lungo e in lar...