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2008,
Numero 5/6

EST-OVEST - I due Sessantotto

Una cortina di ferro tra il Dissenso e la Contestazione negli anni della guerra fredda
di Paolo Sensini

“Quanto ai politicanti si sa che non debbono intendersi che di quella politica di frasi fatte che piace all’osteria e in piazza. I giornalisti e i critici non debboni intendersi di niente e debbono far conto d’ intendersi di tutto”
Mario Mariani, L’equilibrio degli egoismi1

Il cosiddetto movimento del “dissenso”2 nei paesi dell’Est ha avuto in Italia, fin dalle sue primissime manifestazioni, un impatto assai attenuato. Le ragioni di questo mancato appuntamento – come cercheremo di documentare minuziosamente nelle pagine che seguono facendo uno spoglio ragionato di tutta la pubblicistica della sinistra extraparlamentare dal 1968 al 1977 – sono plurime, ma tra esse quella che senz’altro ha influito in maniera preponderante risiede nella grande capacità di “egemonia” culturale e politica esercitata dalla dirigenza del Partito comunista italiano sull’insieme del paese.
Il PCI, infatti, a partire dalla fine della Seconda Guerra mondiale, ha rappresentato la compagine comunista più grande per numero di aderenti e capacità organizzativa dell’intero Occidente. Una forza politica ed economica, dunque, che attraverso le sue indubbie abilità logocratiche si è resa garante del fatto che l’uni...