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2009,
Numero 1/2

“Lo Stato non si assenti. L’economia ha bisogno di aiuto e controlli”

La libertà del mercato ha vinto contro il collettivismo. Ma ha di fronte nuove sfide
di Bettino Craxi

Il mondo dei blocchi, delle divisioni frontali, del rischio nucleare sta alle nostre spalle. Il grande incubo è finito ma non per questo possiamo affermare di essere entrati in un’era felice. Il crollo del comunismo ha lasciato una disastrosa eredità in una grande parte del mondo. Molti dolorosi conflitti locali aspettano soluzioni che tardano a venire. Le diseguaglianze tra ricchi e poveri rimangono sempre molto grandi, nuovi problemi sociali di dimensioni inquietanti affiorano ora proprio nel cuore delle società più avanzate.
L’economia mondiale è tornata ad essere una grande malata. Le previsioni più attendibili sono negative e preoccupano. Sembra che nei Paesi industriali, dopo il decennio, sotto questo profilo, quasi «felice» degli anni ‘80, si stia presentando un quinquennio «infelice». La decrescita appare vistosa anche nei Paesi comunemente considerati come le locomotive dell’economia mondiale. Nel ‘93 si prevede che il prodotto degli USA aumenterà solo del 2.6%. Il Giappone, che ha conosciuto tassi di crescita miracolosi, quest’anno vede una crescita inferiore al 2%. Per la Germania unificata, alle prese con i problemi di una disoccupazione di massa, la previsione è dell’1...