2009, Numero 3/4
La società politica è ancora figlia di Tangentopoli. Aspettiamo con tenacia che la Storia ci restituisca tutta la verità
Critica sociale ■ Dalle pagine della rivista la puntigliosa denuncia di Craxi delle illegalità durante il “golpe mediatico-giudiziario”
di Stefania Craxi
Cari amici, cari compagni, non è senza commozione che si possono rileggere queste pagine di Bettino Craxi che ci riportano a una storia di soprusi, di violazione della legalità, di comportamenti criminali impuniti e, di riflesso, a una caduta della politica, resa prigioniera di idee sbagliate, di programmi inattuabili, di velleità inaccettabili per un popolo abituato a venerare la libertà e la custodia delle proprie opinioni. E’ una storia infame e perversa. Il crimine contro Craxi, il Partito Socialista e gli altri partiti democratici è tuttora impunito; ma più grave è il crimine commesso contro la Repubblica, distolta dai suoi programmi di moderato e continuo progresso civile e legislativo, abbandonata nelle mani di un partito, il PCI-PDS, che dopo la caduta del comunismo internazionale, aveva solo un problema di sopravvivenza, avendo in testa, come acutamente dice Finetti nell’editoriale di questo numero di Critica Sociale, solo l’antifascismo, il ’68 e Mani Pulite. L’antifascismo, non democratico, ma rivolto a mettere sotto accusa tutto l’antifascismo non stalinista; il ’68 come sollecitazione libertaria, nascondendone la deriva eversiva e terroristica, Mani Pulite che crimina...
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