2009, Numero 3/4
La strategia globale di Barak Obama
Geopolitica ■ Intervista con il prof. Parsi, Ordinario di Relazioni Internazionali all’Università Cattolica di Milano. L’area fondamentale per la nostra sicurezza va dall’Iraq (“Dove Al Qaeda è stata sconfitta”) all’Afghanistan, paese nel quale il terrorismo jiadista è iniziato e dove deve finire, afferma lo studioso. Perplessità sulla strategia del “primo passo” verso l’Iran
di Vittorio Emanuele Parsi
A prima vista la nuova politica internazionale Usa ispirata alla “mano tesa” e inaugurata ( dopo essere stata preannunciata in campagna elettorale) dalla nuova amministrazione Obama, sembra un’alternativa obbligata alla condotta della precedente politica di Bush. Ma finora alle aperture del Presidente Usa spesso hanno corrisposto sì educate attenzioni da parte degli interlocutori “avversari” dell’occidente, ma sostanziali conferme delle dure posizioni già note. Una situazione di incertezza nel campo occidentale che Israele, in particolare, ha manifestato con discreta preoccupazione e che più di un’analisi ha visto all’origine di un diffondersi del timore di sentirsi abbandonati da parte dei cosiddetti arabi moderati. Il caso più emblematico di questa situazione apparentemente contraddittoria è stata la Conferenza di Durban II con il clamoroso abbandono dell’assise da parte delle delegazioni democratiche dopo l’intervento del leader iraniano Ahmadinejad, duramente condannato dal Presidente americano che non ha voluto nemmeno partecipare alla Conferenza, ma seguita subito dopo dalla conferma che i negoziati sull’arricchimento dell’uranio in Iran proseguiranno anche se non vi saranno...
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