2009, Numero 3/4
E Garibaldi è ancora ferito. Il negazionismo italiano
Celebrazioni ■ Omissis storici
di Antonio Landolfi
Una volta si diceva: “Nessuno parla male di Garibaldi”. Un detto popolare che oggigiorno in Italia va corretto: “Nessuno deve parlare di Garibaldi “. E’ un’amara constatazione che è d’obbligo fare, nel momento in cui sta per concludersi a New York la grande iniziativa promossa dall’ONU per il bicentenario della nascita dell’eroe dei due mondi; con una serie di manifestazioni di elevato valore culturale e politico. Di essa, in Italia non vi è stato ne vi è cenno alcuno; ne nei mezzi di informazione, ne in altri campi. C’è da tempo un pressocchè totale oscuramento della figura di Giuseppe Garibaldi e della tradizione risorgimentale ad essa connesa. Una forma di insopportabile quanto grottesco negazionismo, dovuto certamente all’ostracismo decretato nei suoi confronti dalla Lega Nord, seguita a ruota dai fondamentalisti dell’autonomismo siciliano, che si prodigano nel cancellare dalla toponomastica dei loro comuni le vie e le piazze a lui intestate, quando non abbattono o sfigurano anche i monumenti. Ma forse c’è qualcosa di più. C’è con tutta probabilità anche l’ostracismo che con Tangentopoli è diventato prassi nazionale contro tutta la storia socialista, di cui Garibaldi...
| |