2009, Numero 3/4
Intercettazioni in poltrona. Meglio le vecchie indagini
Op-ed ■ Magistrati, al lavoro!
di Massimo Teodori
C’è qualcosa di grottesco nel fatto che il Parlamento, dopo accanita discussione, ha modificato la possibilità di svolgere intercettazioni dalla sussistenza di “gravi indizi di colpevolezza” a quella di “evidenti indizi di colpevolezza”. E’ l’Italia del cavillo, dell’ambiguità e della discrezionalità, insomma dell’imbroglio. Potete immaginare cosa accadrà in un paese in cui vi sono centinaia di migliaia di leggi, e migliaia di leggine di “interpretazione”; potete immaginare quali e quante dispute si accenderanno intorno alla definizione di “evidenti indizi” che hanno preso il posto dei “gravi indizi” contenuti nell’orinario provvedimento del ministro della giustizia. La verità è che intorno alle intercettazione si è animato un balletto poco commendevole. Per il fatto che il governo, con il ministro della giustizia Angelino Alfano, si è svegliato solo quando sono arrivati al pettine i nodi personali del presidente Berlusconi che sembra fosse stato colto in conversari di tipo, diciamo così scambiopiccanti, con il suo con amico Agostino Saccà. Ed è proprio allora che la talebana dell’informazione berlusconiana, l’ottima Deborah Bergamini, che pare fosse stata spiata anche lei in ver...
| |