2009, Numero 5/6
La battaglia per la libertà non è finita col Muro
Iran ■ I messaggi che giungono da Tehran come quello della ragazza iraniana ricordano altri testi che furono del dissenso sovietico
di Carlo Ripa di Meana
La lettera di Libera, la ragazza che tra i primi dissidenti è riuscita a far uscire la sua corrispondenza da Teheran, ricorda effettivamente altri testi del dissenso sovietico. Ci sono state delle testimonianze in tempo quasi reale allora sui processi maggiori. Insomma tra i dissidenti sovietici e i dissidenti iraniani ci sono una serie di interessanti analogie. Ma le condizioni sono diverse perché il dissenso sovietico e dei paesi europei collegati a quell’impero, è stato seguito con modi e tempi corrispondenti un po’ agli esordi, si sentiva cosa si stava preparando. In Italia i socialisti e qualche intellettuale tenevano d’occhio il rumore del grande potere sovietico già in anni molto precedenti alla sua crisi. Già alla fine degli anni ’50 dopo l’Ungheria con i primi scritti scismatici di Sakarov. Sakarov era ancora il grande scienziato celebrato per i suoi studi di fisica nucleare. Nel ’57-’58 cominciò a pubblicare dei saggi a proposito della necessità di intese proprio sulle materie della sua ricerca, cioè quella collegata al nucleare civil-militare, che suggerivano aperture dell’Unione Sovietica verso le realtà contrapposte degli Stati Uniti, dell’Alleanza Atlantica e quelle, ...
| |