2009, Numero 7
Il Muro 20 anni dopo. La Nuova Frontiera non è arrivata a Mosca
1989 ■ I problemi aperti e non risolti dalla fine del comunismo
di Stefano Carluccio
A novembre le celebrazioni tra revival e demagogia? L’Occidente ha le sue responsabilità ma la Russia non può tornare indietro
Tra pochi mesi ci troveremo immersi nelle celebrazione, nelle rievocazioni, nelle rivelazioni e persino nella demagogia sul Muro di Berlino caduto nel novembre di vent’anni fa. La rivista inglese Prospect, nel numero di agosto, inizia a parlarne partendo dalla figura di Mickail Gorbaciov che definisce “un eroe per caso” della fine del Comunismo, un sistema in cui credeva e che credeva possibile riformare. Un’ illusione, tuttavia, già amata dai patriotti ungheresi e, ancor di più, da quelli di Praga. Entrambe le vicende hanno solo portato ad un tragico giro di vite, poichè “comunismo” e “carri armati” sono stati un binomio inscindibile: l’ipotesi di spezzare questo binomio al centro dell’Impero, dall’alto e addirittura dallo stesso Cremlino, si è risolto inevitabilmente nel crollo stesso dell’Unione sovietica. Gli ultimi “riformatori comunisti” (Andropov e Gorbaciov) provenivano paradossalmente, ma non a caso, dal KGB, l’unico vero grande “osservatorio” della realtà sociale sovietica. L’assenza di una società civile indipendente dallo Stato rendeva impossib...
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