2009, Numero 7
Medvedev vs Putin. Gioco delle parti o realtŕ? Le mosse sottotraccia per la Procura generale
Russia ■ L’emancipazione del Presidente “liberale” tra stop and go
di Fabio Lucchini
Sembra scricchiolare il tandem al vertice del Cremlino. In sintonia sulla politica estera, i due leader sono spesso in attrito a Mosca. La clamorosa condanna di Medvedev del delitto di Estemirova, davanti al Cancelliere tedesco Merkel e al consueto silenzio di Putin, si intreccia con il tentativo di nominare Aleksandr Konovalov, un suo compagno di studi e ora ministro di Giustizia, al vertice della Procura generale, l’ufficio che ha in mano le inchieste sui delitti della Politkovskaja e degli altri dissidenti, ma la vera chiave per regolare i conti tra gli “oligarchi”, ricchi e impotenti, e i veterani del KGB.
“Lo conosco da piů di diciassette anni, ho lavorato in stretta collaborazione con lui in tutto questo periodo e sostengo pienamente la sua candidatura”. Parola di Vladimir Putin. Era il dicembre 2007 e il presidente russo uscente rinunciava al tanto atteso colpo che gli avrebbe consentito il terzo mandato (vietato dalla Costituzione) per cedere, almeno formalmente, le leve del potere a Dmitri Medvedev, un personaggio allora semi–sconosciuto al grande pubblico internazionale, ma non certo a Mosca. Nato nel 1965, Medvedev, dopo aver conseguito un dottorato in diritto privato...
| |