2009, Numero 7
Una giornalista liberale
Politkovskaja ■ Un libro dell’animatore del gruppo “Annaviva” da sempre impegnato nella difesa dei diritti umani in Russia
di Andrea Riscassi
Anna Stepanovna Mazepa (diventerà Anna Politkovskaja nel 1978 dopo il matrimonio con Aleksandr Politkovskij) nasce il 30 agosto 1958 a New York, figlia di due diplomatici sovietici, più precisamente ucraini: lavorano entrambi per l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce)- Rientrata in Unione Sovietica, si iscrive alla facoltà di giornalismo dell’Università statale di Mosca, la Mgu, la migliore di tutta l’Urss. Lì conosce il futuro marito, Aleksandr, al tempo noto giornalista televisivo russo. Si laurea nel 1980 con una tesi sulla poetessa Marina Cvetaeva, altra donna dal destino tragico, invisa al regime e alla cultura ufficiale sovietica. Anna nel 1982 inizia a lavorare per il quotidiano «Izvestija» e poi per il giornale dell’«Aeroflot» che le dà modo di viaggiare in tutto il paese. Si sposa nell’aprile del 1981 e ha due figli Vera e Il’ja. I due ragazzi dopo l’omicidio si batteranno perché sia fatta giustizia, perché paghi non solo chi ha premuto il grilletto, ma anche chi ha dato l’ordine al killer, chi ha pagato e assistito gli assassini della madre. Negli anni di Gorbacèv, per la giovane Politkovskaja arriva la svolta. La slavista Vivia Benini (che a...
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