2009, Numero 8
Rinunciamo a commemorare la Strage di Bologna
■ Da 25 anni i rappresentanti di Governo giocano la parte degli imputati sottoposti a insulti e gazzarre in piazza
di Salvatore Sechi
Sull’anniversario della strage del 2 agosto 1980 a Bologna, l’informazione alla quale i giornali, la Rai e la Tv hanno dato risalto, era qualcosa che si poteva prevedere, cioè la solita gazzarra e la gragnuola di insulti – con la silenziosa complicità del nuovo sindaco Flavio Delbono e di autorità della Provincia e della Regione – nei confronti del ministro Sandro Bondi. Era in piazza a rappresentare il governo. E’ sempre successo, e non si veda come possa essere altrimenti anche in futuro. Questa ripetitività negli attacchi agli uomini del governo Berlusconi è la testimonianza del carattere pervasivo della propaganda comunista. Essendo ormai una forza residuale nel mondo e in Italia, ha bisogno di legittimarsi cingendo ancora strettamente alla vita lo scudo dell’antifascismo o inventandosi segreti di Stato che non ci sono mai stati. Proprio per evitare che ogni 2 agosto il governo si esponesse ad una sorta di lapidazione pubblica, l’hanno scorso ho proposto, su queste colonne, la rinuncia a questa forma, semplicemente indecente, di spettacolo. Da oltre un quarto di secolo in esso i rappresentanti dello Stato giocano il ruolo, puro e semplice, degli imputati. Per la sempre più...
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