2009, Numero 9
“Una politica nella realtà finanziaria italiana”. Gli investimenti pubblici per sostenere lo sviluppo
di Leo Valiani
Nello Stato moderno sono possibili due politiche economiche coerenti: la politica della stabilità e quella dell’espansione. La prima significa che il bilancio dello Stato deve pareggiarsi ed il risparmio - al netto delle imposte - che si forma nel paese, è utilizzato dal paese. Se il bilancio è in disavanzo, occorre diminuire le spese o aumentare le imposte (o l’una cosa e l’altra), fino a raggiungere il pareggio. La seconda, cioè la politica del deficit spending, attuata da Roosevelt e da Stalin (da quest’ultimo durante i primi 2 piani quinquennali) significa che lo Stato, entro certi limiti abbastanza elastici, non si preoccupa del proprio bilancio, ma del bilancio economico del paese e ricorre dunque al risparmio, contraendo debiti, per accelerarne l’investimento nella produzione (attraverso investimenti statali o sussidi alla produzione gestita da privati). Nella pratica, si può agire in modo da attuare qualche cosa dell’una e qualche cosa dell’altra politica, a seconda delle circostanze; così fa Cripps in Gran Bretagna, giuocando contemporaneamente sul rafforzamento della pressione fiscale, sul rimborso di parte del debito pubblico e sul denaro a buon mercato. Avere invece in...
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