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2009,
Numero 9

“La C.G.I.L. e l’esperienza dei piani esteri”. Senza una linea produttivistica il sindacato rischia la crisi

di Leo Valiani

La politica economica dei governi De Gasperi è stata ormai, e giustamente, tanto criticata, che è veramente giunto il tempo di contrapporle una alternativa, un piano più ambizioso e costruttivo. Dopo due anni di massicci aiuti ERP (che fanno seguito a tre anni di assistenza post-bellica straordinaria), la cifra di due milioni di disoccupati e la depressione in atto nel settore agricolo e in vaste zone di quello industriale, rappresentano un risultato negativo al quale, se non si pone rimedio in tempo utile, può tener dietro una crisi economica generale. Ha fatto bene perciò la C.G.I.L., ad iniziare nella sua recente Conferenza economica la discussione di un piano di espansione degli investimenti e dell’occupazione di mano d’opera.
Nel 1946, quando materie prime ed ausiliarie cominciarono ad affluire in massa dall’America, il tripartito lasciò passare l’occasione di impostare un piano di ricostruzione e di ammodernamento dell’apparato produttivo. In altri paesi, nei quali il pericolo dell’inflazione era pure acuto, quell’occasione fu colta. Gli inglesi non avevano dimenticato la lezione della disoccupazione di massa fra le due guerre (che nel Regno Unito fu superiore a quella avuta...