2009, Numero 9
“Il processo dei contadini mantovani”. La rottura tra i democratici di Cavalotti e Filippo Turati
di Leo Valiani
Il movimento patriottico, mazziniano, a Mantova aveva avuto carattere spiccatamente rivoluzionario. Nel ‘71, il giornale che ne rivendicava l’eredità, la Favilla, diretta dal vecchio cospiratore Paride Suzzara Verdi, noto per aver sempre curato la propaganda fra gli operai, incoraggiato dai suoi collaboratori e compagni in garibaldinismo, Luigi Castellazzo e Francesco Siliprandi, prese posizione per la Comune di Parigi. L’anno dopo dichiarò la sua adesione all’Internazionale, che a Mantova aveva una sezione chiamata «La giovane Democrazia», organizzata dal garibaldino A. Sgarbi. Nell’aprile del ‘72 si verificò il primo sciopero di lavoratori della terra in provincia di Mantova, e cioè a Ostiglia. Col passare degli anni, la Favilla, alla quale collaboravano fra gli altri il filosofo positivista Roberto Ardigò, il giovane avvocato radicale Ettore Sacchi, A. Costa con i suoi amici socialisti, A. Nobis e A. Moneta (che si succederanno alla direzione del giornale, dopo la morte del Suzzara Verdi), accentuò sempre più il suo interessamento per le questioni sociali. L’ambiente era favorevole a questa problematica. Alberto Mario aveva diretto per vari anni La Provincia di Mantova, il Cogn...
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