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2009,
Numero 11

Quel “paragrafo” che spia. Due articoli per la Critica Sociale

ReprintScritti clandestini
di Vaclav Havel

Non era ancora mezzanotte e in compagnia di due amici giravo per Praga in cerca di un locale dove si potesse bere un bicchiere di vino. Con nostra grande meraviglia finalmente l’abbiamo trovato: non solo era aperto anche di domenica, ma addirittura sino all’una di notte! Come succede spesso, la porta era chiusa, e così abbiamo suonato. Nessuna risposta. Dopo un po’ abbiamo suonato ancora, e di nuovo silenzio. Dopo un altro po’, ci siamo decisi a bussare discretamente: ancora silenzio. Quando stavamo già per andarcene, la porta si è improvvisamente aperta, ma non per farci entrare, al contrario perché il direttore faceva uscire un suo amico.
Approfittando della circostanza, abbiamo chiesto cortesemente se non ci fosse posto anche per noi all’interno. Il direttore non ha fatto nemmeno lo sforzo di rispondere che era tutto occupato, o che non voleva più clienti, o che ammettevano solo persone note, o qualsiasi altra cosa, ma senza rispondere nulla e neppure far cenno di no col capo o degnarci di un’occhiata, ci ha sbattuto la porta sul muso.
Sin qui non ci sarebbe nulla di straordinario, poiché cose del genere accadono a Praga quasi ogni notte alla porta di quei pochi locali che sono ...