2010, Numero 1
La nostra unione è nella nostra storia
Craxi e la Critica Sociale ■ Quando il neo segretario volle recuperare la Critica, “la cosa più importante da fare in questo momento”
di Massimo Pini
Nel numero del gennaio 1975, la fotografia di un comizio di Luciano Lama, il segretario comunista della CGIL, risaltava sulla copertina di “La Critica Sociale”, una rivista senza pretese stampata su carta giallina. Nell’interno, un avviso riquadrato informava i lettori che “con questo fascicolo, ‘La Critica Sociale’ sospende temporaneamente le pubblicazioni: così ha deciso il suo consiglio di amministrazione prendendo atto che mancano i mezzi per continuare...”. La direzione della rivista - composta dallo storico Ugoberto Alfassio Grimaldi e da Reno Ferrara condirettore - ricordava che nel lontano ottobre 1926 essa aveva dovuto sospendere le pubblicazioni perché “ormai la bestia fascista imperversava, e dovevano passare diciannove anni prima che questa voce riprendesse a parlare”. Certamente quindi non era di buon auspicio che proprio nel momento in cui “il fascismo risorge e minaccia”, le forze socialiste e democratiche non apparissero in grado di “tenere in piedi viva e vitale la testata gloriosa della “Critica”. E così concludevano i due direttori: “È un fatto che porta a meste considerazioni: quasi ci vedessimo innanzi agli occhi Turati e Faravelli costretti a riprendere la via...
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