2010, Numero 1
La storia di Craxi è storia di una sinistra democratica
Una leadership costruita in battaglie di minoranza
di Ugo Finetti
Siamo di fronte a una questione storica. A dieci anni dalla scomparsa di Craxi, che coincidono con i vent’anni di distanza dalla caduta del Muro di Berlino, noi viviamo con la visione del tutto distorta in Italia. All’indomani della caduta del Muro di Berlino – lo ricordava Lucio Colletti nel primo decennale del 1999 – siamo l’unico Paese al mondo in cui gli anticomunisti sono finiti sul banco degli imputati e i comunisti sono finiti sul banco dei giudici: vi è stata una alterazione della storia d’Italia. Noi viviamo in una rappresentazione, anche dei libri di testo, nei giornali, nella pressione massmediatica, che determina quasi con un complesso di colpa (sempre più in questi anni) per non aver fatto governare i comunisti nel dopoguerra, per non aver fatto governare l’Italia dal “partito fratello” del partito comunista dell’Unione Sovietica. E questo attraverso demonizzazione delle forze democratiche in Italia, dei protagonisti della ricostruzione, della ricostruzione democratica, della scelta occidentale: da De Gasperi a Saragat, a Nenni fino a Craxi. Rappresentati come persone fallite, persone negative. Mentre è cresciuto il culto della personalità di Togliatti, di Berlinguer e...
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