2010, Numero 1
Prevenire il nuovo terrorismo. La psicologia diventa una scienza “militare”
La natura della nuova guerra pone l’accento sull’individuo
di Fabio Lucchini
Per far fronte alla minaccia dell’estremismo che minaccia le libertà e gli stili di vita e danneggia ogni prospettiva di convivenza civile, il rafforzamento degli strumenti investigativi e repressivi non è sufficiente. Serve un approccio multidimensionale che tenga conto del contributo della ricerca (storica, sociologica e psicologica) e che aiuti a comprendere a fondo le dinamiche in continua evoluzione del nuovo terrorismo
Da alcuni decenni gli studiosi di scienze sociali si interrogano sulle motivazioni che spingono un individuo, o un gruppo di individui, a intraprendere una coerente “carriera terroristica” o, più semplicemente, ad abbandonarsi a singoli eclatanti atti di violenza terroristica. Molto si è fatto, ma per ammissione degli stessi addetti ai lavori la materia rimane perlopiù inesplorata e ciò invita a moltiplicare gli sforzi e ad approfondire le ricerche. Questo perché il comprendere le cause, le motivazioni e le determinanti del comportamento terrorista rappresenta un elemento di conoscenza vitale per contrastare e disinnescare una violenza estremista che diventa di giorno in giorno più imprevedibile nelle sue modalità e più sfuggente nelle sue manifestazioni. Sic...
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