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2010,
Numero 1

Kasparov: La scacchiera? Un laboratorio che illumina la mente

Un articolo del campione del mondo per la NYR of Books
di Garry Kasparov

Garry Kasparov lascia per un attimo i panni dell’aspro fustigatore del regime putiniano per tornare a parlare della sua antica passione, gli scacchi, ma in un’accezione più ampia, volta a far luce sul complesso rapporto tra la mente umana e il tentativo della scienza applicata di riprodurne e migliorarne i meccanismi cognitivi. In un recente articolo per la New York Review of Books ricorda il suo trionfo del 1985 contro i trentadue processori messi a punto dalle più importanti società attive nel settore della computeristica applicata al gioco degli scacchi. Undici anni più tardi, la vittoria del supercomputer Deep Blue su Kasparov entusiasmò i programmatori e gettò nello sconforto coloro che interpretarono la sconfitta del campione russo come la definitiva sottomissione della mente umana alle macchine. Reazioni semplicistiche secondo Kasparov.
All’epoca, i fautori dell’intelligenza artificiale esultarono per il successo di Deep Blue, dimenticando che quella macchina non rappresentasse esattamente ciò che avevano in mente i programmatori al momento di lanciare, alcuni decenni prima, la sfida ai maestri degli scacchi in carne e ossa. Non si trattava di un computer in grado di giocare...