2010, Numero 2/3
Craxi e i nemici della Grande Riforma
Documenti ■ Ritorna attuale il dibattito sulla Riforma dello Stato lanciata dai socialisti negli anni ‘80
di Gennaro Acquaviva
In quel settembre del 1979 Craxi era capo dei socialisti da poco più di tre anni, a seguito di una sua elezione imprevista, e quindi non certo fondata su basi solide, alla leadership del PSI, avvenuta al Comitato Centrale del Midas nel luglio 1976. Un anno e mezzo prima di quel settembre, e cioè nella primavera del 1978, egli aveva vinto a Torino il suo primo congresso da segretario, sull’onda di una proposta di rinnovamento di metodi e di programma che si iscriveva in un patto di alleanza con la sinistra lombardiana e che era fondato su di un documento ideale e programmatico di buon respiro, che fu denominato «Progetto socialista». In quell’assise Craxi era riuscito a sostituire con l’immagine del garofano i vecchi simboli leninisti imposti al Partito dal lontano 1919, simboli che rinnegando l’antica tradizione socialista libertaria e umanistica avevano allora abbracciato quelli della Rivoluzione sovietica; ma contemporaneamente si era dovuto acconciare a una linea filo alternativista che gli stava un po’ stretta, giacché inevitabilmente girava verso la sinistra e di fatto ne condizionava i movimenti. Anche per queste ragioni, accentuate dall’esito delle elezioni politiche del giu...
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