2010, Numero 2/3
Ronchey e il “fattore K”
Attuali le domande agli ex PCI del giornalista scomparso
di U.F.
Il “fattore K” coniato da Alberto Ronchey colse nel segno la “questione comunista” che era al centro della vita politica italiana, ma provocň anche diverse interpretazioni che nel tempo portarono poi ad usare questa espressione per indicare il Pci come vittima di ingiusta discriminazione e colpevolizzare il fatto di non essere stati governati dal “partito fratello” del Pcus. Era il 30 marzo 1979 quando il “Corriere della sera” pubblicň l’editoriale “La sinistra e il fattore K”. Il triennio dell’appoggio di Berlinguer ai governi Andreotti si era concluso il 31 gennaio e quella mattina, alla vigilia delle elezioni politiche, si apriva il XV congresso del Pci. Ronchey s’ispirava al “fattore Q” che secondo la “Morfologia della favola” di Viadimir Propp indica il fattore della proibizione. Con «K» per Kommunizm in lingua russa Ronchey indicava quindi la ragione dell’impedimento al ricambio di governo in Italia in quanto un potente partito comunista prevaleva su ogni altra opposizione. In quegli anni settanta tra“compromesso storico”, “riprovazione” dell’invasione sovietica della Cecoslovacchia, “eurocomunismo” il Pci aveva assunto un volto nuovo ed il fatto che il partito di Berlingu...
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